La trasformazione digitale negli aeroporti

La recente riapertura dello scalo dell’Aeroporto di Milano Linate di fine ottobre 2019, vuole segnare una svolta positiva per la sicurezza ed efficienza tecnologica in Italia.
Un’importante aggiornamento e rivalutazione dei sistemi e servizi per il trasporto aereo, protratto fino al 2021, è fondamentale in un Hub come Milano.
E’ anche ciò che il Presidente Donald Trump sta già sperimentando in 22 maggiori aeroporti americani, il facial recognition, uno scanner biometrico che raccoglie dati visivi ed impronte digitali.
Nel 2017, la Delta Airlines ha testato questo nuovo sistema di riconoscimento che evita l’utilizzo del passaporto, per verificare la corrispondenza dei dati viso in foto con quelli reali del passeggero.
Il fine? La prevenzione di attacchi terroristici internazionali, contrabbando di sostanze stupefacenti, prodotti illegali ed il controllo dati immigrazione.
Un’occasione per rivalutare l’Aeroporto di Linate dopo la chiusura dell’8 ottobre 2001, quando un jet privato ed un aereo di linea scandinavo si scontrarono sulla pista. Si rilevarono, difatti, condizioni di arretratezza generale ed inefficienza delle procedure di sicurezza.
Anche l’Aeroporto di Londra Heathrow non esclude l’innovazione. Già dal 2017 la trasformazione digitale business sta prendendo il sopravvento per accelerare i processi di controllo internazionale ai gates con scansioni biometriche.
In Australia invece, per il 2020, si prospetta l’ambizioso traguardo di automazione per ben il 90% dei processi screening negli Aeroporti Internazionali, dove si prevede nessuna interazione umana.
Per il futuro, si vorrà il passeggero più libero da valigie e controlli di sicurezza, sarà possibile spedire il proprio bagaglio a destinazione e se proprio non lo si vorrà lasciare…questo, con comando, potrà seguire il proprietario in piena autonomia fino al check-in.