Due maschere d’Italia a confronto

Il Carnevale, che bella occasione per conoscere le maschere d’Italia, ma non solo! Tra il ‘700-‘800 la riforma del Teatro e dei costumi aveva favorito la creazione di personaggi che s’ispirassero alle proprie regioni.
Si differenziano così dalle maschere, per rispecchiare meglio la propria identità culturale, linguistica, con l’utilizzo del dialetto locale, e geografica.
Un vero patrimonio culturale, le marionette ed i burattini sul territorio nazionale ed internazionale! Gli spettacoli itineranti nelle città d’Italia ed all’estero, sono incentivo di promozione e sviluppo del tradizionale teatro di figura sul territorio, rivolto a tutti.
La rilevanza storica di queste ‘teste di legno’ è spesso legata al Carnevale. Un testimone è Gianduja, ovvero ‘Giovanni dal Boccale’, la maschera di Torino dell’ ‘800 che impersonifica il contadino piemontese dall’ampio mantello ed ombrello verde.
E’ curioso notare come Gianduja si distingua dal bergamasco Gioppino, accompagnato dal suo bastone. Entrambi apparentemente rozzi, dalla lingua arguta ed amanti del proprio buon cibo e vino regionale, ma differenti nel carattere e luoghi d’origine, sono simbolo ed espressione della popolazione locale che realmente li vive.
Il sorridente ed ottimista Gianduja è costretto ad emigrare dalla provincia di Asti a Torino per adattarsi al suo popolo e non essere troppo servizievole al re.
S’identifica così il ‘carattere Gianduja’: il piemontese legato alla propria terra e storia. Di umorismo sottile, affronta tutto con allegria, umano e solidale verso gli altri.
Come è simile, ma differente da Gioppino, la maschera bergamasca del contadino rustico ma buono! Armato di bastone per rimestare la polenta, ma utile anche per difendere i più deboli, contrasta i cattivi e, storicamente, anche gli invasori austriaci!
Apparentemente di carattere scaltro, pigro e convivialmente opportunista, in realtà si dimostra coraggioso, difensore e giustiziere.